Preadolescenti, sesso e Google

La maggior parte dei genitori italiani, in particolare i padri, non affronta con i figli maschi le tematiche sessuali. La scuola ne parla, ma spesso solo dal punto di vista scientifico legato alla riproduzione.

Il preadolescente, non abituato ad un dialogo famigliare libero sull’argomento, non cerca nel genitore ma sul motore di ricerca le risposte ai suoi dubbi ed interrogativi, trovando risposte che vanno oltre alla sua età… perchè il motore di ricerca non ha una risposta fase specifica, come il genitore o l’insegnante, ma una risposta unica per tutti gli utenti.

Anche le generazioni di uomini precedenti non hanno avuto in Italia padri pronti a dialogare con loro su questi aspetti importanti della vita, ma al massimo trovano risposte nel dizionario, alla peggio su un giornale pornografico.

Il ragazzo in rete trova video di persone lontane dalla realtà, iperperformanti, con truccatori, luci diverse, con un corpo preparato per quel tipo di lavoro e spesso operato per migliorarsi esteticamente, con una post produzione del video. Ma il ragazzo tutto questo non lo percepisce.

Rimane un senso di inadeguatezza rispetto alla vita sessuale, scorporata da affetto e relazioni, da corteggiamento e specialemte dal rifiuto. La donna, l’altra nella relazione, è iperperformante, ipersessuale, e si palesa solo nel momento sessuale. Si rischia così che non passi un senso di affetto ma solo di possesso.

Non è un rischio di pochi: secondo una recente ricerca sul territorio italiano, due preadolescenti su tre tra i 12 e i 13 anni hanno visto un video pornografico su internet.

Anche qui ci leghiamo con la percezione errata del genitore, che vede ancora rischi nella vita del figlio solo se concreti fisicamente, sentendosi tranquillo se il figlio è in casa nella sua cameretta. Virtuale è reale.

Seguimi su facebook e su twitter

Preadolescenti, sesso e Google

Lascia un commento